Insula come chiave per la forma del cervello

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 17 giugno 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’insula o lobo dell’insula o insula di Reil è così chiamata perché un solco la circonda e la isola dalla corteccia cerebrale circostante, rispetto alla quale è profonda e nascosta dagli opercoli frontale parietale e temporale che la coprono come introflessione del pallio. Con la sua parte profonda corrisponde al claustro e poi, più internamente, al corpo striato. Solo nel cervello fetale l’insula è ancora apprezzabile sulla superficie encefalica. L’insula non occupa tutta la fossa silviana, ossia la fossa della scissura o solco di Silvio: anteriormente e in basso si trova la regione pre-insulare, posteriormente agli ultimi giri dell’insula, la regione retro-insulare.

L’insula propriamente detta, se osservata in sezione frontale appare come una sporgenza profonda, sottostante i due labbri del solco che la ricoprono come due coperchi (opercoli), allontanandola dalla superficie emisferica di circa due centimetri e mezzo. Se si sollevano gli opercoli, appare la superficie corticale dell’insula distinta dall’area circostante – eccetto che in avanti – dal solco circolare dell’insula, e si vede che la formazione è costituita da alcune circonvoluzioni disposte a ventaglio che irradiano dalla parte sporgente alla base insulare[1].

Siamo abituati a menzioni neurofisiologiche dei neuroni dell’insula come costituenti di nodi in reti che mediano aspetti qualitativi delle esperienze affettivo-emotive, ma studi recenti hanno attratto l’attenzione su un ruolo morfogenetico che individua l’insula come punto focale intorno a cui il cervello prende forma.

I modelli esistenti di ripiegamento corticale non spiegano perché l’insula presenta quella morfologia unica che abbiamo appena descritto, né la sua localizzazione centrale nel cervello.

Arka N. Mallela e colleghi hanno condotto un’esplorazione, soprattutto in termini di analisi quantitativa, della morfologia e dello sviluppo peculiari di questa regione nascosta della corteccia cerebrale, impiegando la MRI cerebrale fetale in utero, come quella dell’adulto, e la DT (diffusion tractography). Questo studio ha evidenziato che l’insula è divergente rispetto agli altri lobi, sia nella crescita che nella traiettoria di sviluppo, con un’espansione dell’area superficiale molto inferiore, e con una speciale forza conduttrice del processo di formazione delle pieghe corticali. Mallela e gli altri ricercatori coordinati da Ezequiel Goldschmidt, seguendo i processi di sviluppo, sono giunti a risultati inediti e di grande interesse anche per campi delle neuroscienze diversi da quello della morfogenesi del cervello dei mammiferi.

(Mallela A. N. et al., Heterogeneous growth of the insula shapes the human brain. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2220200120, 2023).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurological Surgery, University of Pittsburgh Medical Center, Pittsburg PA (USA); Department of Radiology, Harvard Medical School, Boston (USA); Department of Radiology, Boston Children’s Hospital, Boston, MA (USA).

L’elemento principale colto da Mallela e colleghi è costituito da un flusso arcuato di cellule proveniente dalla zona ventricolare e migranti in direzione radiale; tale corrente di elementi cellulari in evoluzione maturativa curva intorno al nucleo lenticolare per raggiungere l’insula. Poi, i ricercatori hanno notato che l’espansione differente tra l’insula e gli altri lobi sembra risultare nella formazione della scissura silviana e nella definizione della geometria interlobare del cervello umano. Ma, prima di esporre in sintesi la sperimentazione che ha portato ai rilevanti risultati di questo studio, torniamo agli aspetti generali della morfogenesi, che incide sulla neurofisiologia della corteccia e di tutto l’encefalo nel suo insieme.

Nella sezione “AGGIORNAMENTI” del sito è pubblicato, come scheda introduttiva di un aggiornamento, un saggio dal titolo La corteccia cerebrale – origini e conseguenze della sua configurazione, che si invita a leggere per avere un quadro generale degli studi sulla morfologia del pallio dell’encefalo umano. In particolare, dopo l’introduzione e un paragrafo su anatomia e istologia della corteccia: §2. Come si formano le circonvoluzioni; §3. La verifica dell’ipotesi di Van Essen; §4. Il modello isometrico e la realtà sperimentale. Questa lettura fornisce il resoconto di un sapere diventato ormai classico, dai riferimenti ai morfogeni corticali Emx1 e Emx2 studiati da Boncinelli e collaboratori, alle principali teorie sui processi che determinano la conformazione.

La ricerca dell’ultimo decennio è andata oltre quel livello di conoscenza, che possiamo sintetizzare con le parole di Pasko Rakic del 2009: il cervello umano consiste in un preciso e stereotipato arrangiamento di lobi, giri primari e connettività fondamentale, che è alla base della cognizione umana (Rakic P., Nature Reviews Neuroscience 10, 724-735, 2009). Lo sviluppo di questo arrangiamento, a quasi tre lustri di distanza, rimane poco definito. I modelli correnti spiegano la girificazione (o formazione delle circonvoluzioni) primaria individuale, ma non rendono conto in modo esaustivo della configurazione globale dei lobi del cervello (Tallinen T., Chung J. Y., Biggins J. S., Mahadevan L., Proceedings of the National Academy of Sciences USA 111, 12667-12672, 2014; Van Essen D. C., Nature 385, 313-318, 1997).

L’insula, che abbiamo descritto nella sua particolare sede nella fossa silviana, è unica in termini di morfologia delle circonvoluzioni e dimensioni, e questa particolarità, studiata quantitativamente da Mallela e colleghi, si conferma esclusiva per anatomia e posizione nel cervello, e rivela la sua origine nel corso dello sviluppo fetale. I ricercatori hanno individuato differenze quantitative nei pattern di migrazione embriogenetica verso l’insula, che sembrano responsabili delle sue peculiarità. Mallela e colleghi hanno calcolato dati morfologici nell’insula e negli altri lobi del cervello in 107 individui adulti e in un atlante cerebrale fetale in utero costituito da 81 feti fisiologici.

Nell’utero, l’insula cresce in ordine di magnitudine più lentamente di tutti gli altri lobi cerebrali e presenta solchi meno profondi, con una minore curvatura e una minore complessità di superficie sia negli adulti che nel feto, durante l’embriogenesi. L’analisi di proiezione sferica ha dimostrato che il nucleo lenticolare ostruisce dal 60 al 70% delle vie radiali dalla zona ventricolare (VZ) all’insula, forzando una migrazione curva all’insula in contrasto con una via radiale diretta.

Impiegando la DT (diffusion tractography) fetale, i ricercatori hanno identificato fascicoli gliali radiali che originano dalla VZ e curvano intorno al nucleo lenticolare per formare l’insula.

Questi risultati confermano i modelli esistenti di migrazione radiale alla corteccia e illustrano nuovi elementi, che rivelano uno sviluppo insulare diverso dallo sviluppo cerebrale, suggerendo un ruolo chiave dell’embriogenesi dell’insula per lo sviluppo del resto dell’encefalo, e fornendo spunti interpretativi per una migliore comprensione delle malformazioni corticali e della fisiologia e patologia insulare.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-17 giugno 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Nelle trattazioni anatomiche classiche (Testut & Latarjet) si riconosce un grande solco dell’insula che la divide in due parti: lobulo anteriore e lobulo posteriore, poi descritti nel dettaglio della morfologia che li caratterizza.